Probabilmente molti di voi avranno già visto questo progetto, realizzato a Copenhagen e che chiamare “giocoso” è un eufemismo: dai colori accesi delle pavimentazioni agli arredi urbani disegnati ad hoc, il progetto di BIG, Superflex e Topotek ci fa sentire come dei bimbi al lunapark.
Oltre al design c’è molto, ma molto di più: storie. Si, perché forse non tutti sapranno che il progetto è stato realizzato a Nørrebo, quartiere multietnico a nord di Copenhagen e che l’obiettivo dei progettisti era quello di coinvolgere le comunità di immigrati per creare dei luoghi che li rappresentassero e che sentissero come loro. Attraverso i giornali, la radio, Internet, caselle postali elettroniche o installate nel sito, hanno chiesto agli abitanti di suggerire oggetti di arredo urbano per il futuro Superkilen: ciascuna delle 57 comunità etniche di Nørrebro deve essere rappresentata nel parco almeno da un oggetto.
Il risultato? Un parco traboccante di simboli e di oggetti che rimandano a ogni comunità: dallo scivolo piovra che arriva dal Giappone alle panchine arcobaleno che arrivano dalla Finlandia.
Quello che è interessante non è tanto il risultato finale, quanto il processo che ha portato gli architetti a reinterpretare le storie e i suggerimenti degli abitanti. Potremmo dunque dire che il parco di Superkilen è iconico anche e soprattutto per il processo di crowdsourcing che ha generato un parco in cui si intrecciano storie, tradizioni ed etnie.
Images courtesy of BIG; Photographs © Torben Eskerod and Iwan Baan