Milano città condivisa

Prendersi cura dei beni comuni per costruire comunità e liberare energie

Questo era il titolo della conferenza organizzata da Labsus (Laboratorio per la Sussidiarietà) in collaborazione con Fondazione Cariplo per discutere il ruolo dei cittadini attivi e come favorirli con strumenti adeguati.

Come detto più volte dal professore e fondatore di Labsus Giorgio Arena, i cittadini attivi sono un bene preziosissimo perché non solo si prendono dei beni comuni, ma producono capitale sociale, senso di appartenenza e integrazione…in altre parole rafforzano la comunità. Qual’è il problema? Sono diversi i casi in cui si sente di cittadini che vorrebbero prendersi cura degli spazi pubblici, come quel cittadino romano che voleva riparare la buca della strada di fronte a casa sua, visto che il Comune non faceva nulla. Il problema è che quest’ultimi non sono tutelati: non possono intervenire sulla pubblica proprietà e nel momento in cui intervengono rischiano multe salate.
Per questo motivo, nel 2014 Labsus ha voluto sviluppare uno strumento per tutelare e favorire i cittadini che vogliono prendersi cura dei beni delle proprie comunità: i patti di collaborazione. Ha testato questo regolamento col Comune di Bologna e da allora sono più di 175 i comuni che hanno approvato o stanno approvando i patti di collaborazione.

Questi patti definiscono quali sono i beni comuni dei quali si può occupare anche la cittadinanza e vengono stipulati tra comune e cittadini/associazioni. Sono un punto di svolta notevole: non più cittadini e amministrazioni arroccati sulle loro barricate, ma cittadini e amministrazioni che cercano di cooperare in un momento di difficoltà che vede nella coesione sociale un punto di forza fondamentale.

“Ma un bene pubblico non è già un bene comune?”
Domanda più che legittima: di fatto il bene pubblico sarebbe un bene comune, ma in Italia questo non è scontato, anzi! Un BENE PUBBLICO diventa BENE COMUNE grazie all’assunzione di responsabilità: cioè il cittadino si sente responsabile per quello spazio e quindi ci tiene che rimanga pulito, evita di deturparlo e quant’altro. Sappiamo bene che in Italia, al contrario di altri paesi, il bene pubblico e soprattutto lo spazio pubblico invece di esser considerati di TUTTI, sono considerati di NESSUNO, quindi spesso e volentieri sono spazi abbandonati a loro stessi. A questo proposito, ci ha colpito molto la frase di Giorgio Arena che, parlando di questa tendenza in Italia, ha detto:

Guardate la nostra bandiera, guardate bene il settore bianco e leggerete un motto inquietante che purtroppo è il motto italiano: “Fatti i fatti tuoi!”

Verissimo, purtroppo. Per questo i cittadini attivi diventano così importanti e così rivoluzionari al contempo: spronano i comuni e altre persone ad uscire dal loro ruolo, dal loro individualismo e a concentrarsi non solo sui fatti loro, ma sul bene comune, sulla propria comunità che di fatto è una ricchezza immensa. I patti di collaborazione permettono proprio questo ed è stato bello vedere alla conferenza le esperienze portate avanti nei diversi comuni e rappresentate da sindaci, assessori e cittadini: da San Donato a Pavia, da Bergamo a Cinisello Balsamo tutti hanno raccontato come i patti di collaborazione rappresentino la valorizzazione di una forza straordinaria, quella del volontariato e dei cittadini attivi che da soli, dedicando tempo ed energie, sopperiscono a servizi che il governo altrimenti non potrebbe permettersi (oltre 40 milioni di euro), creando comunità, integrazione e coesione sociale.

Cover image: “Milano città condivisa” courtesy of Labsus